Cos'è il peccato?
Ma prima di cercare di rispondere, chiariamoci bene: non stiamo parlando solo a livello religioso, ma umano: la riposta a questa domanda riguarda tutti, piccoli e grandi, atei e credenti, colti e no, proprio tutti e nessuno deve sentirsene esente. Bene.
Chiarita la base del procedimento, procediamo spediti: il peccato, in due parole - anzi, una - è: artificiosità.
Sì, e in ogni settore della vita.
Tutto ciò che non è naturale, o meglio: che non tende alla naturalità, ma viaggia verso l'area dell'artificiosità, ecco, tutto questo diventa peccato.
Sia bene, sia male, non è sottoposto a giudizio se non a quello dell'artificiosità.
Ecco ciò che distingue chiaramente ciò che è peccato, in ogni tipo di umanità.
E quindi, non è peccato ciò che tende alla naturalità di una realtà.
La natura delle cose, di noi, degli altri e del mondo è l'unica divinità che - bene o male, volenti o nolenti - è condivisa, in modo naturale, da tutti.
Ogni percorso che se ne allontana, va verso il peccato, e quindi lo è già.